Giorgio La Pira
Giorgio La Pira nasce a Pozzallo (RG) il 9 gennaio 1904.
Nel 1921 si diploma in Ragioneria e poi consegue la maturità al Liceo Classico.
Nel 1926 si trasferisce a Firenze dove si laurea in Giurisprudenza e nel 1934 diventa docente di Diritto Romano all’Università di Firenze.
Nell’anno in cui diventa docente fonda a Firenze la “Messa di S. Procolo” un’associazione che presta assistenza agli indigenti.
Nel 1939 fonda la rivista “Principi” che critica il regime fascista e condanna l’invasione della Polonia ma dopo poco tempo il fascismo sopprime la rivista.
Nel 1943 La Pira crea il foglio clandestino antifascista “San Marco” che viene anch’esso soppresso e La Pira è costretto a vivere in clandestinità prima a Siena e poi a Roma.
Nel 1945 torna a Firenze e nel 1946, aderendo alla corrente dossettiana, si candida e viene eletto deputato per la D.C. all’Assemblea Costituente.
Nell’Assemblea La Pira fa parte della “Commissione dei 75” che ha il compito di scrivere la parte della Costituzione riguardante i “Principi Fondamentali”.
La Pira è colui il quale scrive l’articolo 2 della Costituzione che così sancisce: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Nel 1947 crea l’associazione “Obiettivo Giovani S. Procolo” per introdurre nel mondo del lavoro i giovani delle classi più umili.
Nel 1948, eletto deputato, viene nominato sottosegretario al Ministero del Lavoro.
Nel 1951 è eletto sindaco di Firenze e lo sarà nuovamente dal 1956 al ’57 e poi dal 1960 al 1964.
Durante i suoi mandati La Pira adotta una serie di provvedimenti in ambito sociale, economico e di opere pubbliche: fa ricostruire i ponti “Alle Grazie”, “Vespucci” e “Santa Trinità”, crea il quartiere “Isolotto”, costruisce case popolari, realizza la “Centrale del Latte”, difende gli operai della Pignone e requisisce gli alloggi non abitati per distribuirli a chi non ha abitazione.
Nel 1958 viene rieletto alla Camera dei Deputati ed organizza eventi per tessere rapporti diplomatici come i “Colloqui Mediterranei” ai quali partecipano esponenti arabi ed israeliani o come quando riceve il sindaco di Pechino (con la battuta: “Dica al suo governo che la Repubblica popolare di S. Procolo riconosce la Repubblica popolare di Cina”, poiché l’Italia riconosceva solo Taiwan).
Nel 1959 La Pira va a Mosca e al Soviet Supremo parla della distensione e del disarmo e nel 1965 in Vietnam incontra Ho Chi Minh per mediare tra Vietnam e Usa ma Johnson rifiuta gli accordi.
Nel 1967 viene nominato Presidente della Federazione Mondiale Città Unite e nel 1973 alla Conferenza per Sicurezza e Cooperazione in Europa è definito “uomo che ha l’arte della pace”.
Nel 1976 viene eletto ancora deputato ed il 5 novembre 1977 Giorgio La Pira muore a Firenze all’età di 73 anni.